L’aumento di potenza impegnata del contatore è necessario nelle situazioni in cui c’è un frequente utilizzo di più elettrodomestici in contemporanea e l’attuale limite (nelle utenze domestiche standard è 3 kw) non è più sufficiente per evitare che la corrente continui a saltare.

Un esempio concreto?

Stai lavorando da casa e, dato il grande caldo, hai acceso il condizionatore. Nel frattempo, si è fatta ora di pranzo e hai messo a scaldare qualcosa sul piano a induzione. All’improvviso salta la corrente e vieni buttato fuori dall’importante call a cui stavi partecipando. Frustrante, vero? Se ti sei trovato spesso in una situazione simile, forse è il momento di un aumento di potenza del contatore.

Ovviamente, si tratta di un’operazione che ha sia dei pro che dei contro. Con una maggiore potenza di carico avrai la possibilità di utilizzare più elettrodomestici contemporaneamente, riducendo così i blackout causati dal sovraccarico. D’altra parte, aumentare la potenza chiaramente ha un prezzo, che andrà sommato ad un aumento dei costi fissi in bolletta. Prima di fare questo passo è quindi bene verificare se non sia il caso di cambiare qualche tuo apparecchio con dei modelli a classe energetica più alta.

Se non è questo il tuo caso, scopri in questa guida quali sono i passaggi da seguire per aumentare la potenza del tuo contatore.

Come aumentare i kw del contatore

Prima di tutto, devi sapere qual è la quantità massima di energia che il tuo contatore riesce a gestire. La potenza canonica è di 3 kw, è un dato che puoi verificare molto velocemente direttamente sul display del contatore oppure prendendo in mano la bolletta dell’energia elettrica. Una volta stabilito quali sono le tue reali esigenze (per esempio, se hai degli elettrodomestici molto energivori un passaggio molto frequente è da 3 a 4,5 kw), dovrai inoltrare una richiesta al tuo fornitore tramite il servizio clienti, in cui dovrai indicare una serie di dati ed eventualmente alcuni documenti. 

 

Cosa serve per richiedere l’aumento

Per portare a termine la tua richiesta di aumento di potenza del contatore, dovrai indicare al tuo fornitore queste informazioni:

Il Codice POD: è il codice che identifica in modo univoco la tua fornitura. Lo puoi trovare sulla tua bolletta nella parte relativa ai dati

• I tuoi dati personali: nome, cognome, codice fiscale e contatti

• L’indirizzo di fornitura

• Potenza attuale e potenza richiesta

Si tratta di un’operazione facile e veloce, di solito basta semplicemente compilare un modulo online.

Costi e tempi dell’aumento di potenza del contatore

I costi per l’aumento della potenza del contatore variano in base a diversi fattori e vanno divisi tra costi da pagare una tantum e i costi fissi in bolletta. I costi attuali stabiliti da ARERA, al netto dell’IVA, sono riportati in questo elenco: 

• Onere amministrativo venditore: 25,00 euro 

• Contributo quota potenza connessioni in bassa tensione (una tantum): 7,49 €/kW 

• Contributo quota potenza connessioni in media tensione (una tantum): 61,69 €/kW 

• Contributo quota potenza connessioni in bassa tensione per punti domestici rientranti nell’ambito della Delibera 782/16  (una tantum): 61,26 €/kW** 

**Secondo la Delibera 782/1, se sei un cliente domestico e richiedi una variazione di potenza fino a 6 kW (equivalenti a una potenza disponibile di 6,6 kW), ti verrà addebitato un contributo una tantum di 61,26 €/kW anziché 77,49 €/kW. Questo importo sarà addebitato nella prima bolletta successiva alla richiesta di variazione della potenza. 

Per richiedere un aumento superiore ai 6 kW per la tua utenza domestica invece ti verrà addebitato il contributo quota potenza di 77,49 €/kW (una tantum). 

Per quanto riguarda i costi fissi in bolletta, nella voce relativa alle “spese di trasporto e di gestione del contatore” sono incluse le quote potenza, ovvero le parti di costo relative alla potenza del contatore ed espresse in euro/kW/mese.  

Ma quante tempo ci vuole per portare a termine la pratica? Per interventi che non comportano modifiche dell’impianto, il distributore deve provvedere entro cinque giorni lavorativi dalla data in cui ha ricevuto la richiesta tramite il venditore.  

Nei casi in cui sia necessaria una modifica dell’impianto (da monofase a trifase), questi tempi si allungano. Verrà inoltrata una richiesta di preventivo al distributore di zona, che entro venti giorni lavorativi fornirà il preventivo. Avrai poi fino a sei mesi di tempo per accettarlo. Quando lo avrai accettato, si procederà con la modifica richiesta. 

I tempi per l’esecuzione dei lavori e la riattivazione della fornitura dipendono dal tipo di intervento e dalle tempistiche e modalità operative stabilite dal distributore di zona.