Per teleriscaldamento si intende un servizio di produzione e distribuzione del calore ad alta efficienza energetica, che mira a ridurre l’impatto ambientale grazie alla produzione centralizzata di energia termica che può provenire da fonti rinnovabili, impianti di cogenerazione, dal recupero del calore proveniente da cicli produttivi industriali o dalla termovalorizzazione dei rifiuti solidi urbani. In sintesi, si tratta di un servizio di trasporto a distanza del calore, che fornisce l’energia termica per il riscaldamento, il raffrescamento o la produzione dell’acqua calda sanitaria.
L’articolo 2 del D.Lgs. 102/2014 in materia di efficienza energetica stabilisce una definizione puntuale di teleriscaldamento e teleraffrescamento:
qualsiasi infrastruttura di trasporto dell’energia termica da una o più fonti di produzione verso una pluralità di edifici o siti di utilizzazione, realizzata prevalentemente su suolo pubblico, finalizzata a consentire a chiunque interessato, nei limiti consentiti dall’estensione della rete, di collegarsi alla medesima per l’approvvigionamento di energia termica per il riscaldamento o il raffreddamento di spazi, per processi di lavorazione e per la copertura del fabbisogno di acqua calda sanitaria.
Vediamo ora nel dettaglio come funziona un impianto di teleriscaldamento.
Partendo dalla composizione del termine teleriscaldamento, formato dall’unione di tele e riscaldamento (ovvero riscaldamento a distanza) si può intuire subito che si tratta di un sistema in cui il calore non viene prodotto nello stesso posto in cui poi viene utilizzato. Il calore, infatti, viene generato in una centrale di produzione, da cui successivamente viene distribuita l’acqua calda attraverso una rete di tubazioni che si estende sul territorio, dove viene impiegata per il riscaldamento di abitazioni, scuole, ospedali e in generale di tutti gli edifici allacciati al sistema di teleriscaldamento. Una volta ceduto il calore, l’acqua fredda fa ritorno alla centrale per essere di nuova riscaldata alle massime temperature (solitamente 80°C-90°C o più raramente 120°C-130°C quando surriscaldata) e ricominciare il suo ciclo.
Il sistema di distribuzione del calore può essere:
- di tipo diretto: un unico circuito idraulico collega la centrale con il corpo scaldante dell’utente;
- di tipo indiretto: sono presenti due o più circuiti separati, tenuti in contatto grazie a scambiatori di calore.
Come detto, il calore generato può provenire da diverse fonti:
- cogenerazione: produzione contemporanea di energia elettrica e termica da una sola fonte energetica grazie alla combustione;
- termovalorizzazione dei rifiuti solidi: conversione del calore derivato dalla combustione dei rifiuti in energia termica;
- recupero di calore proveniente da cicli industriali: utilizzo del calore di scarto proveniente dai processi industriali;
- fonti rinnovabili: il calore prodotto da fonti come il solare termico, biomasse o il geotermico.
Con la centralizzazione della produzione del calore, il teleriscaldamento garantisce alti livelli di efficienza energetica; inoltre, questa tecnologia rappresenta un asset strategico per la riduzione delle emissioni, consentendo lo spegnimento delle tradizionali caldaie a gas e la conseguente riduzione della CO2 prodotta.