Tra i protagonisti assoluti della transizione energetica, negli ultimi anni le fonti di energia rinnovabili hanno acquisito un ruolo sempre più di primo piano nei modelli di mix energetici sostenibili che prevedono l’abbandono delle fonti fossili.
Grazie alla loro capacità di rigenerarsi con la stessa velocità con cui vengono consumate e alla loro libera disponibilità in natura, costituiscono fonti inesauribili e pulite, che limitano l’impatto dell’uomo sull’ambiente e contribuiscono agli obiettivi di decarbonizzazione stabiliti a livello nazionale e dall’Unione Europea.
Oltre che per una questione ambientale, la scelta delle rinnovabili è legata anche ad un fattore di sicurezza energetica: ridurre la propria dipendenza energetica dall’estero è fondamentale per migliorare la bilancia commerciale e mettersi al riparo da rischi geopolitici.
C’è anche la questione economica da tenere in considerazione: ad oggi decidere di passare alle fonti rinnovabili può costituire un esempio virtuoso per contenere i costi per l’energia, come nel caso di una comunità energetica rinnovabile.
Ma quali sono le energie rinnovabili? In questo articolo faremo una panoramica generale delle varie fonti, spiegandone i vantaggi e le differenze.
L’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (nota come ENEA) fornisce una definizione precisa di fonti rinnovabili, come le fonti energetiche non fossili che per loro caratteristica intrinseca si rigenerano almeno alla stessa velocità con cui vengono utilizzate, sono liberamente disponibili in natura, non soggette ad esaurirsi a causa dell’uso o sfruttamento antropico e per le quali esista una tecnologia che consente il loro utilizzo a fini energetici”.
A differenza delle fonti fossili, legate allo sfruttamento di giacimenti e per questo motivo destinate ad esaurirsi, le energie rinnovabili sfruttano risorse naturali sempre presenti, come il sole o le biomasse.
In questo caso va però fatta una importante distinzione tra fonti programmabili e fonti intermittenti: le prime producono energia da materie prime sempre disponibili lungo tutto l’arco della giornata, garantendo una produttività costante 24 ore su 24, sette giorni su sette. Le seconde invece dipendono da risorse non sempre presenti, come appunto il sole o il vento, e che necessitano di sistemi di accumulo.
Vediamo ora quali sono le 6 principali energie rinnovabili.
Energia solare: la più nota e diffusa fonte di energia rinnovabile. Si ricava dalle radiazioni solari, che vengono catturate dai pannelli solari e convertite in energia elettrica. Data la necessaria presenza del sole, per essere usata di notte avrà bisogno di accumulatori. Fa quindi parte delle fonti intermittenti.
Energia eolica: l’energia prodotta dal vento, convertendo l’energia meccanica provocata dagli spostamenti di masse d’aria (le pale eoliche sfruttano quindi lo stesso meccanismo di un mulino a vento). Come l’energia solare, è una fonte intermittente: per sfruttarla con successo vanno circoscritte le aree geografiche più favorevoli, dovendo inoltre tenere in considerazione i momenti della giornata in cui la risorsa sarà scarsa o nulla.
Energia geotermica: l’energia ottenuta sfruttando il calore proveniente dalla Terra, delimitata in zone circoscritte nelle quali vi è la presenza di sorgenti termali, geyser o soffioni. È quindi una fonte di energia rinnovabile meno capillare rispetto alle altre.
Energia da biomasse: l’energia prodotta dagli scarti organici di sostanze di origine biologica (vegetali o animali) che non hanno subito processi di fossilizzazione. Ha dei vantaggi legati soprattutto al ciclo di sfruttamento dei rifiuti biodegradabili e dei prodotti agricoli.
Energia idroelettrica: basata sul movimento dell’acqua ottenuto grazie all’impatto della forza di gravità, incanalando un torrente o un corso d’acqua in un condotto in pendenza. È una fonte rinnovabile, ma solo se l’uomo la saprà sfruttare nel modo corretto.
Energia marina: ottenuta sfruttando il movimento di correnti e onde marine (quindi la forza meccanica di enormi masse d’acqua). L’Unione Europea ha fissato entro il 2050 l’obiettivo del 10% del proprio fabbisogno energetico proveniente da energia marina.
Come detto, la scelta delle energie rinnovabili porta con sé diversi vantaggi, sia ambientali che economici, che possono essere riassunti in questi punti:
- inesauribilità: le fonti di energia rinnovabili si rigenerano nel corso del tempo e saranno sempre presenti in natura;
- riduzione dell’impatto ambientale: produrre energia da fonti rinnovabili limita le emissioni di CO2 nell’atmosfera e non richiede interventi di estrazione estremamente invasivi come le fonti fossili;
- economica: i costi per l’energia prodotta da fonti rinnovabili sono più contenuti;
- basso impatto sulla salute: abbandonare le fonti fossili riduce le emissioni di sostanze nocive nell’aria, con una ricaduta positiva anche sulla salute.
Le fonti di energia rinnovabile non sono destinate ad esaurirsi: anche se alcune si rigenerano con meno facilità rispetto ad altre, saranno sempre disponibili in natura e potranno continuare ad essere sfruttate. Le fonti energetiche non rinnovabili invece sono inevitabilmente destinate a scomparire: i giacimenti di gas, petrolio e carbone hanno impiegato milioni di anni per formarsi e una volta esauriti non sarà più possibile sfruttarli. Ecco perché la sempre maggior inclusione nel mix energetico delle fonti di energia rinnovabili sarà nei prossimi anni decisiva per vincere le sfide della decarbonizzazione e diventare completamente indipendenti dalle fonti fossili.